LA CONQUISTA DELLA LUNA

That’s a small step for a man,                                                                  

But giant leap for mankind.                                  
                            N. Armstrong

Era la notte fra il 20 e il 21 luglio 1969, tutto il mondo stava davanti alla TV, qualcuno invece guardava la Luna nella speranza di vedere qualcosa. Quella notte lontana ormai 45 anni segnò la storia poiché finalmente l’uomo era riuscito in una delle più grandi imprese mai tentate: camminare sulla Luna.
 
 


La fantastica avventura dell’Apollo 11 che portò l’uomo sulla Luna ebbe inizio il 16 luglio 1969 dal Kennedy Space Center: da qui Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins partirono con il razzo Saturno V nell’ambito delle missioni Apollo il cui scopo finale era portare l’uomo sul nostro satellite.
Gli astronauti agganciarono l’orbita lunare il 20 luglio; da qui il modulo lunare “Eagle” (aquila) si sganciò dal “Columbia” atterrando, o per essere più precisi, allunando alle 22:17 ora italiana nel Mare della Tranquillità. Alle 4:57 italiane Neil Armstrong uscì dal modulo seguito subito dopo da Buzz Aldrin. L’evento fu trasmesso in diretta televisiva in tutto il mondo e determinò la vittoria degli Stati Uniti sull’Unione Sovietica nella corsa alla Luna.
I due astronauti trascorsero 2 ore e 31 minuti fuori dal modulo, scattando foto, raccogliendo campioni di rocce ed installando strumenti ed apparecchiature scientifiche, oltre che alla bandiera americana ed al posizionamento di una targa recante questo messaggio:


 
Here men from the planet Earth first set foot upon the Moon, July 1969 AD.
We came in peace for all mankind.
 
Qui uomini dal pianeta Terra per primi posero piede sulla Luna, Luglio 1969 d.C.
Siamo venuti in pace per tutta l’umanità.



 
Lasciarono dunque il suolo lunare per riagganciarsi al “Columbia” su cui Michael Collins era rimasto ad attenderli.
Il rientro avvenne il 24 luglio e gli “eroi della Luna” furono portati in trionfo una volta trascorso il periodo di quarantena.
 
Altri uomini hanno passeggiato sul nostro satellite grazie alle sei missioni successive all’Apollo 11. L’ultimo equipaggio ad aver raggiunto la Luna è stato quello formato da Eugene Cernan (comandante), Ron Evans (pilota del modulo di comando) e Harrison Schmitt (pilota del LEM). Era il 12 dicembre 1972 quando l’Apollo 17 ripartì e da allora nessuno più è sbarcato sul nostro satellite. Il minore interesse del pubblico unito agli elevati costi hanno portato all’interruzione della missione Apollo nonostante fossero già stati pianificati altri lanci.
 
 
Ci sono alcune teorie secondo cui il 21 luglio 1969 non sarebbe la data esatta del primo allunaggio con equipaggio umano. C’è infatti chi sostiene sia stato tutto un montaggio cinematografico volto a mantenere la promessa del defunto presidente J.F. Kennedy il quale proclamò che entro la fine degli anni ’60 un Americano sarebbe giunto sulla Luna, senza tralasciare la corsa allo spazio che gli Stati Uniti avevano intrapreso contro l’Unione Sovietica negli anni della guerra fredda. E’ dunque lecito pensare che dietro interessi prettamente scientifici ve ne siano stati altri marcatamente politici senza i quali forse l’uomo non avrebbe mai raggiunto il nostro satellite, qualunque sia la data reale dell’allunaggio.
 

Luna piena fotografata attraverso il nostro telescopio riflettore di tipo newtoniano Ziel Galaxy1 Evolution.

GIOVE E LA SHOEMAKER-LEVY

Nel luglio del 1994 la cometa Shoemaker-Levy precipitò sul pianeta gigante divisa in 21 frammenti e l’evento catturò enormemente l’interesse della comunità scientifica perché era possibile osservare direttamente le devastanti conseguenze ad un tale fenomeno.
La cometa fu scoperta il 25 marzo 1993 dagli astronomi Eugene e Carolyn Shoemaker e David Levy. Fu il primo caso di un corpo celeste presente nel Sistema Solare ad orbitare attorno ad un pianeta invece che al Sole. E’ stato scoperto inoltre che Giove l’aveva catturata fra la seconda metà degli anni sessanta ed i primi anni settanta disgregandola poi in 21 frammenti.


Nel 1993 era osservabile come una lunga fila di frammenti immersi nei vapori delle loro scie e dai calcoli effettuati 
si comprese che essa sarebbe precipitata sul pianeta nel luglio del 1994.
Naturalmente tutti i telescopi, sonde e quant’altro disponibile, furono puntati verso Giove.
Lo “spettacolo” ebbe inizio alle 20:13 del 16 luglio quando il frammento denominato A colpì il pianeta; l’ultimo, il W, si schiantò il 22 luglio.
Il primo impatto si verificò sulla faccia non visibile dalla Terra e fu osservato dalla sonda Galileo. Grazie comunque alla rapida rotazione di Giove la zona colpita fu visibile dalla Terra nel giro di pochi minuti dall’impatto.
Questo bombardamento ha prodotto delle grandi macchie scure che sono rimaste visibili per molti mesi prima che la turbolenta atmosfera del pianeta ne cancellasse ogni traccia.

Questo evento ha contribuito a sottolineare la grande importanza di Giove e della sua immensa forza
 di gravità nel ridurre la presenza di detriti nel Sistema Solare interno.