SOLSTIZIO D'ESTATE

Il solstizio d’estate nel sito megalitico di Stonehenge, in Inghilterra. 


Il solstizio d’estate determina l’inizio della stagione tradizionalmente più calda, con temperature spesso piuttosto elevate e scarse precipitazioni. 
Di solito avviene fra il 20 ed il 21 giugno: in questo momento il sole raggiunge la massima altezza sull’orizzonte e la durata delle ore di luce è la più lunga dell’anno (circa 15).
 
 
Da un punto di vista meteorologico l’estate va dal 1 giugno al 31 agosto. Astronomicamente invece essa fa il suo ingresso nei momenti riportati nella tabella sottostante.

ANNO         GIORNO        ORA (UTC)

2015         21 giugno            16:38
2016         20 giugno             22:34

2017         21 giugno              4:24

2018         21 giugno           10:07
2019         21 giugno           15:54
2020         20 giugno           21:43



Il caldo che caratterizza l’estate è dovuto essenzialmente alla maggior durata delle ore di luce e dal fatto che i raggi solari colpiscono perpendicolarmente la superficie del nostro pianeta. Contrariamente da quanto si potrebbe pensare, è proprio in questo periodo dell’anno che la Terra raggiunge l’afelio, cioè la distanza massima dal Sole, in un arco di tempo compreso fra il 3 e il 7 luglio.           




IL SOLE DI MEZZANOTTE
 
Nelle località situate a nord del Circolo Polare Artico in estate si assiste al suggestivo fenomeno noto come Sole di Mezzanotte.

La durata dipende dalla posizione; infatti oscilla tra le 24 ore per chi si trova in prossimità del Circolo Polare ai 6 mesi di luce delle 

località vicine al Polo geografico.
A causa dell’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto all’eclittica di 23°27’, il sole non tramonta mai in queste zone,                                                            
raggiungendo il punto più basso sopra l’orizzonte senza mai scomparire. Ciò accade fino all’equinozio di autunno quando                                                                                                   si va verso i sei mesi di oscurità, fenomeno noto come Notte Polare.


IL TRIANGOLO ESTIVO


Il Triangolo Estivo è un asterismo formato da tre stelle brillanti che splendono sulle nostre teste nelle tiepide notti d’estate.
Esse sono Vega (a Lyrae), Altair (a Aquilae) e Deneb (a Cygni).
Come si può dedurre dai loro nomi scientifici, queste tre stelle appartengono a costellazioni distinte.
Sono facilmente individuabili poiché si trovano in una porzione di cielo attraversata dalla Via Lattea e dunque ricca di stelle piuttosto                 
deboli che fanno da sfondo a questi tre astri particolarmente luminosi.




La stella più luminosa è Vega, si trova nel vertice del triangolo ed è quella che appare più in alto.
La stella meno luminosa invece è Deneb che viene collegata a Vega dal lato più corto.
Ci appare meno brillante a causa della grandissima distanza che la separa da noi.
La terza stella che ha la posizione meridionale dell’asterismo, è Altair.
E’ possibile riconoscerla perché presenta due stelle disposte sui suoi lati opposti.

VEGA E LA LIRA



M57, la nebulosa Anello



La costellazione della Lira, di cui Vega è la stella più brillante, è piuttosto piccola e presenta al suo interno la nebulosa planetaria M57, nota anche come Nebulosa Anello, non osservabile con strumenti amatoriali. Con essi è invece distinguibile una stella in prossimità di Vega dello stesso colore azzurro:si tratta di una delle coppie di stelle più belle del cielo ed è conosciuta anche con il nome di Doppia doppia perché, se osservate con un telescopio, si scopre che entrambe le stelle sono a loro volta doppie.
La costellazione è antichissima, già gli antichi Greci la conoscevano e deve il suo nome alla lira di Orfeo, personaggio mitologico che suonando tale strumento, commosse gli dei dell’oltretomba. 


DENEB E IL CIGNO


Il Cigno è una grande costellazione che per la sua forma è detta anche “Croce del Nord”.
Deneb è la stella più brillante e il suo nome significa “coda”. Delle tre che formano
il Triangolo Estivo, questa appare come la meno luminosa: ciò è dovuto all’enorme distanza
che la separa dalla Terra (circa 2600 anni luce).






Costellazione del Cigno


Tutta la costellazione si estende su un fondo ricchissimo di stelle dalla luminosità piuttosto
debole e se la osservate in una notte limpida,  potrete scorgere un lungo solco longitudinale che la divide
in due scendendo verso sud: è la Fenditura del Cigno, cioè grandi ammassi di nubi e gas oscuri che
schermano la luce delle stelle retrostanti.Il Cigno, stando ai miti greci, è l’animale di cui Zeus
prese le sembianze per sedurre Leda, la regina di Sparta.

ALTAIR E L’AQUILA



Altair è la stella più meridionale del Triangolo Estivo e presenta due stelle ai suoi lati,
perciò è facilmente riconoscibile. Il centro della costellazione indica la posizione dell’equatore celeste,
infatti le stelle l e f si trovano nell’emisfero sud. Non vi sono oggetti particolarmente interessanti,
ma essa può essere d’aiuto per individuare altre piccole costellazioni che si trovano nelle sue vicinanze.







Altair con le due stelle vicine



Secondo la mitologia greca, l’Aquila era animale sacro a Zeus ed in tale rapace si tramutò il
padre degli dei per soddisfare uno dei suoi tanti capricci amorosi.



IL  DELFINO

La costellazione del Delfino è piuttosto piccola, ma facilmente riconoscibile per la sua configurazione.
Le sue stelle più luminose infatti sono piuttosto ravvicinate ed hanno la forma di un rombo.




La sua peculiarità non sta in oggetti celesti da poter osservare anche a livello amatoriale, bensì nei nomi delle due stelle più luminose 
Sulaocin e Rotanev, rispettivamente aDel e bDel.
Solitamente i nomi degli astri hanno origini nella mitologia classica o derivano dalla lingua araba, ma in questo caso nessuno era in grado
 di trovare un significato o una logica spiegazione per i nomi con cui nei cataloghi stellari erano indicate le due stelle.
Ci volle del tempo prima che ci si accorgesse che Niccolò Cacciatore, assistente di Giuseppe Piazzi, direttore dell’osservatorio astronomico di Palermo, aveva preso parte alla stesura dei cataloghi stellari all’inizio del 1800 e fu proprio da allora che quei due astri assunsero tali nomi.
Questi scelse le stelle di una costellazione relativamente piccola e apparentemente anonima per attuare il suo geniale piano:
pensò bene di latinizzare il suo nome da Niccolò Cacciatore a Nicolaus Venator e di scriverlo al contrario battezzando così le due stelle più luminose del Delfino. Non è consentito ad astronomi e scienziati di battezzare alcun tipo di corpo celeste con il proprio nome,
 neanche se ne sono gli scopritori, in questo caso però aDel e bDel  erano chiamate in quel modo da così tanti anni dalla comunità 
scientifica che fu praticamente impossibile cambiare di nuovo i loro nomi.
Ed il buon Cacciatore riuscì a ritagliasi un angolo di immortalità.
 Un’altra cosa che vale la pena di essere menzionata è la presenza accertata di pianeti di tipo gioviano (quindi corpi celesti grandi e gassosi) 
che orbitano attorno ad alcune stelle di minore magnitudine.